Il progetto prevede lo scavo archeologico e stratigrafico nella parte sud-ovest, del teatro romano ed il consolidamento delle murature sommitali del teatro. Lo scavo ha portato alla luce le originali gradinate della cavea del II sec. D.C. Le modalità di restauro, di conseguenza, hanno tratto fondamento dalla diagnosi delle cause di degrado operanti nella struttura del costruito, mirando alla loro prevenzione e rimozione attraverso l’uso delle tecniche ritenute più appropriate.
Per questa ragione, gli interventi conservativi effettuati afferivano alla natura e all’entità delle cause di degrado - in atto all’epoca dei lavori - limitandoli nel numero e nella consistenza, graduandoli secondo i criteri della tollerabilità meccanica tra nuove e vecchie strutture e della compatibilità chimico - fisica tra i nuovi e vecchi materiali. Tutte le verifiche effettuate hanno fatto riferimento alle indicazioni di progetto, alle normative UNI e alle raccomandazioni NORMAL – 1/88 (Alterazioni macroscopiche dei materiali lapidei), secondo le disposizioni legislative del Ministero per i Beni Culturali. Partendo dal presupposto di garanzia del principio di reversibilità degli interventi, ogni operazione è stata progettata ed eseguita in univoca corrispondenza alle cause del degrado individuate con indagini adeguate e precise, evitando in tal modo manomissioni; infatti, un maggiore grado di conoscenza ha comportato un ridotto intervento susseguente.